Esegesi della croce

venerdì 6 aprile 2007 alle 00:23
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?» .
Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo» . Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!» . Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!» . Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti» . Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi». Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. (Gv 13, 1-17).

A differenza degli altri evangelisti Giovanni non riporta il racconto dell'Istituzione dell'Eucaristia ma presenta una scena assente dai sinottici.
Una vera e propria esegesi del Triduo pasquale di morte e resurrezione.
Esegesi, spiegazione, manifestazione del senso di quel Corpo spezzato e di quel Sangue versato per molti, per tutti.
Gesù depone le vesti e consegna la sua vita in riscatto della nostra.
Il senso del suo morire è visibile adesso in quel suo chinarsi ai nostri piedi come l'ultimo dei servi.
Nel suo toccare con le sue mani la nostra umanità. Nel suo lavarla con infinita con-passione.

Un gesto inaudito.
Che imbarazza perchè sconvolge il nostro ordine interiore di valori.
Essere qualcuno per noi significa infatti avere, ricevere, essere degni dei servizi e dei favori di altri. Non essere qualcuno significa l'opposto: sottostare ad altri, dover dare ad altri - invece che a noi stessi e ai nostri desideri - tempo, energie, vita.
Non abbiamo ancora capito chi è Dio. Ma ora possiamo provarci.
Vedendolo chinato ai nostri piedi polverosi, sulle nostre indicibili miserie nascoste, supplicante di lasciarci lavare, dolcemente fermo contro le nostre stolte resistenze.
E anche amorosamente "minaccioso":

Se non ti laverò, non avrai parte con me.

E tu vuoi avere parte con me come io desidero essere con te. Lasciami fare.
Lascia che ti faccia capire che il senso della tua vita è amare fino alla fine (eis telos).
E tutto il resto non è che un mezzo, da assumere o no in base al fatto che ti faciliti questo fine.
Lascia che ti faccia capire che la beatitudine che cerchi è ad un passo da te.
Oltre il sapere... essa sta nel giocarti la vita per ciò che
forse sai già, ma ancora non vivi.

Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.


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