Al di là del possesso

domenica 26 aprile 2009 alle 10:54


Le nostre immagini recedono, la rosa ritorna

a ciò che era prima che noi la guardassimo.

Togliamo lo sguardo da dove l'acqua scorre

ed è di nuovo un puro fiume, non scriviamo nessun emblema


sugli alberi. Comincia un modo di vivere

dove non sentiamo il bisogno di strappare

i petali per avere il profumo della rosa

o di marcare i nostri lineamenti là dove l'acqua scorre.


Elizabeth Jennings, Beyond Possession

La Veronica asciuga il volto di Gesù.

venerdì 10 aprile 2009 alle 10:46


Una donna coraggiosa e sensibile, con un gesto spontaneo ed irrefrenabile, ti ha saputo donare sollievo anche solo per un attimo, Signore.


La tradizione ci rimanda alla Veronica, nome che etimologicamente esprime ciò che quella donna fece, con la risolutezza di chi sa cosa è tenuto a fare ed allo stesso tempo con quella tenerezza che talvolta solo una donna riesce a dimostrare. Perché la vita è fatta di incontri e di gesti che, fatti al momento giusto, possono cambiare l’umore di chi ci sta accanto, e non è cosa da poco.
A volte mi fermo a chiedermi se Tu abbia realmente avuto bisogno del Cireneo perché portasse la Tua Croce, o della Veronica, perché alleviasse il Tuo dolore asciugandoti il volto. Tu sei Dio, Tu hai guarito malati e risuscitato morti, hai scacciato demoni e placato tempeste: non sarebbe stato forse semplice salvare Te stesso da quella tortura, dalla morte più cruda, dallo scherno più spregevole?


E invece no, non lo hai fatto. Ma ora ho capito cosa volevi dirmi: basta poco per risollevarmi nel morale, piccole cose possono ridarmi la speranza.


Su quel panno c’è il Tuo volto: è il volto di un uomo, di un “servo” che soffre. E’ il volto di chi ci sta accanto, umiliato e maltrattato da una società sorda, da una società cieca: Tutto ciò che avete fatto a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me (Mt 25, 40).


E’ questa una voce di speranza, perché mi rendo conto che anche per me, nella sofferenza, nel bisogno, Tu hai riservato una “Veronica”, ed allo stesso tempo è senso di riconoscenza: ti rendo grazie, Signore, per tutte quelle volte in cui i miei genitori mi hanno fatta sentire preziosa e desiderata,per tutti gli amici che si sono dimostrati autentici nel bisogno, per chi mi dona un sorriso gratuito e sincero.


Aiutami, allora, ad essere la Veronica di chi incrocerà la strada della mia vita, ad avere come lei un cuore premuroso e pronto a dire di si a chi mi tenderà la mano. Oh Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace… Oh maestro, fa’ ch’io non cerchi tanto di esser consolato quanto di consolare, di essere amato quanto di amare… Poiché: è dando che si riceve. (Dalla Preghiera Semplice, preghiera francescana).

Simona Serra
 













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