Caduto nell'abisso della nostra morte

venerdì 6 aprile 2007 alle 16:14
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui, per le sue piaghe siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno seguiva la sua strada. Il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di tutti noi (Is 53,5-6).

Venerdì santo. Venerdì di passione. Una passione con mille sfaccettature, icone di amore come altrettante porte che conducono al Mistero del cuore appassionato di Dio. Tra le tante da meditare e imprimere nella mente e nel cuore, mi soffermo sul pannello tradizionale della Via Crucis dedicato alla caduta. E' l'abbassarsi, il precipitare di Dio nell'abisso della morte. E noi ci sentiamo così raggiunti, consolati, amati. Se la morte è solitudine, il suo farsi così vicino è già pegno di vita nuova.



Posto un pensiero tra quelli condivisi quest'anno dagli studenti di Villa Nazareth durante la consueta Via Crucis da loro animata.



La caduta



Prima ancora che per battermi il petto, prima ancora che per sentirmi colpevole, sono qui con voi questa sera a ripercorrere la via crucis del nostro Signore per sentirmi profondamente amato, per essere consolato e rassicurato.
L’idea di un Dio così come ce lo descrive Isaia, che sta sempre dalla tua parte, quando tutti ti sono contro, ed anche quando tu stesso sei contro di lui; che ti reputa tanto prezioso da dare la sua vita per te, soprattutto quando sei tu stesso a metterlo in croce; che ti ama quando non lo meriti; che ti sostiene e sorregge quando sbagli anziché giudicarti, dà una enorme consolazione.
Eppure spesso quest’idea, con tutta la sua bellezza e verità resta nella testa e non scende a scaldare il profondo del nostro cuore. Non diviene un’esperienza che si fa propria e che non abbandona mai. Alle volte ci sembra troppo bello per essere vero, ed il sospetto cresce, il dubbio resta: “E se non fosse vero?”.
Se guardiamo in noi stessi, alle nostre contraddizioni, ai nostri se e ma, possiamo intuire quale fosse il peso di quella croce.
Di fronte ad un dono così gratuito quanto sconvolgente ci sentiamo disorientati.

Pensiamo di poterlo o doverlo guadagnare, senza capire che proprio perché è dono, arriva quando non senti di poterlo ricevere.
La preghiera che rivolgo al Signore questa sera è che possa far conoscere ad ogni uomo sulla terra quanto sia preziosa la sua vita agli occhi di Dio e che questa consapevolezza possa essere luce e speranza nei momenti dello sconforto e della disperazione.
Amen!


Marco Del Romano



1 Responses to Caduto nell'abisso della nostra morte

  1. Anonimo Says:

    Caro Marco, grazie anche a te di questo speciale commento alla Scrittura. Mi unsco a voi nello spirito della via Crucis di Villa Nazareth.

 













Il deserto fiorirà! | Powered by Blogger | Posts (RSS) | Comments (RSS) | Designed by Tangalor | XML Coded By Cahayabiru.com