C'è un modo errato di pensare alla Trinità che ha impedito finora di percepire la forza che si sprigiona da questo mistero. Consiste nel pensare alla Trinità come una cosa, come una realtà tutta fatta e conclusa in se stessa. Il Padre - si immagina - ha generato, all'inizio dell'eternità, il Figlio (come se l'eternità avesse un inizio!) e poi il Padre e il Figlio insieme hanno spirato lo Spirito Santo; si è costituita cosi, una volta per sempre, la Trinità che dura immobile in eterno. Ma la Trinità non è una cosa; è un processo, è qualcosa che è sempre in atto e che sta avvenendo ora! In Dio, ogni atto è eterno, non passeggero; in lui non c'è « ieri» e neppure « domani », ma solo un « oggi » eterno: Tu sei mio Figlio: oggi io ti ho generato (Sal. 2, 7; Atti, 13, 33; Ebr. 1, 5). Oggi dunque il Padre genera il Figlio; oggi essi, insieme, spirano lo Spirito Santo. Tutto è in atto, nulla è cessato; non bisogna pensare alla Trinità come a un vulcano spento, ma come a un vulcano attivo che emette tuttora fiamme di luce, di sapienza, di amore. Al cospetto di « questa » Trinità vivente e attiva che noi ci troviamo in questo momento; è essa che in questa festa celebriamo e rivolti alla quale diciamo: «Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo: al Dio che è, che era e che viene» (Accl. al Vangelo).
R. Cantalamessa
R. Cantalamessa
Scusa, ti posso chiedere quando la Chiesa ha iniziato a parlare di Trinità?
Caro Anonimo, se trovo un po' di tempo ti rispondo stasera con un altro post.. a dopo.