Il lutto (II): che senso ha il mio dolore?

mercoledì 20 giugno 2007 alle 23:39
[...] Niente della mia vita avrebbe senso, senza la convinzione che Nostro Signore può prendere su di sé anche il più terribile dei dolori per accompagnarci verso la felicità.

In quel “rumoroso silenzio” fatto di parole pensate, percepite, ma non pronunciate, ho colto nel profondo dell’anima l’indescrivibile sensazione di pienezza che cerco da sempre.


Ho colto quell’amore infinito, a “tutto tondo”, capace di contenere anche la più piccola sfumatura della vita, così da farci sembrare gli altri amori sempre troppo piccoli.


«IN VOI RITROVO I SUOI OCCHI:
SIETE LA SUA MEMORIA NEL TEMPO»


Di sicuro vi sarete chieste mille volte, nel momento in cui la nostalgia prevarica sugli altri sentimenti, che cosa vi possa aver lasciato vostro padre o come sarebbe stata la vostra vita insieme a lui.

Come sarebbe stata la vita con lui si può solo immaginare.

Posso dirvi con certezza che a me ha lasciato una parte di sé che vive in voi che siete la sua memoria nel tempo.

In voi io ritrovo i suoi occhi, il sorriso, il suo modo tutto speciale di camminare, la tenacia, il carattere, addirittura i gusti.

Di un’altra cosa non meno importante sono certa:
quando una persona muore non lascia nulla di sé che sia veramente importante, se non “l’amore che ha dato” e non porta con sé nulla se non l’amore.

Di questo non vi dovreste mai dimenticare.

Pensate per un attimo di potervi specchiare negli occhi di chi amate dicendogli:

«Ti porto nel cuore come il bene più prezioso. Sei il pensiero che accompagna le ore della mia giornata. Nulla ci separa, né la morte, né lo spazio né il tempo. Vorrei poterti dire... per sempre!».

C’è un unico fine, o se vogliamo lo potremmo chiamare desiderio, nella vita. Amare ed essere amati. Per esso vale anche la pena soffrire. Una volta raggiunto ciò per cui siamo fatti il cuore trova la pace e porta alla luce la bellezza e la ricchezza intima e segreta con Lui e con chi amiamo. Da soli non riusciremmo ad aprirla perché possediamo solo una chiave e ne servono due.

Questo è uno dei momenti più sublimi dell’esistenza, perché ci è dato di entrare in sintonia con tutto il creato.

Come se avessimo trovato il “nostro posto”, è come se ci si riempisse la vita di una nuova vita.

Abbiamo tra le mani un amore umano che si sente appagato solo tra le braccia di Dio e un amore divino che esprime tutta la sua perfezione attraverso la fragilità delle sue creature.

Siamo “vittime” di un abbraccio che una volta incontrato non si fa dimenticare.

[... continua]


0 commenti/domande

 













Il deserto fiorirà! | Powered by Blogger | Posts (RSS) | Comments (RSS) | Designed by Tangalor | XML Coded By Cahayabiru.com