Essa già germoglia, non ve ne accorgete?
Sì! Aprirò nel deserto una strada,
farò scorrere fiumi nella solitudine!
Mi glorificheranno le bestie selvatiche,
gli sciacalli e gli struzzi,
perché immetterò acqua nel deserto
e fiumi nella steppa,
per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
(Is 43,19-20)
Una cosa nuova! Tu Signore, tu solo puoi fare qualcosa di radicalmente nuovo, di mai visto. Spezzare il già-visto che ha reso il nostro cuore duro come la pietra, inattaccabile dagli abbordaggi della Speranza. E allora la Parola insiste:
Essa già germoglia, non ve ne accorgete?
Non mi sto accorgendo di cosa? Che guardando dentro le ferite di questa terra riarsa si scorge un nuovo colore. Il colore della vita! Vita che germoglia, comincia a farsi spazio lì dove non era possibile che il regno della morte! Che il deserto possa davvero rifiorire?
Sì! Aprirò nel deserto una strada, farò scorrere fiumi nella solitudine! Mi glorificheranno le bestie selvatiche, gli sciacalli e gli struzzi, perché immetterò acqua nel deserto e fiumi nella steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto.
Improvvisamente gli occhi si aprono. Stupore! Posso ora seguire il Cristo con lo sguardo dentro quell'abisso che prima me lo aveva nascosto, inghiottito.
Quel grido di dolore con cui spirava nell'assurdo adesso lo avverto come uragano che si abbatte sull'impero della morte.
Non un povero condannato ora vedo, ma un re possente i cui piedi calpestano le porte degli inferi, le cui braccia spezzano tutti i catenacci infernali e ne dischiudono tutte le serrature. Esse giacciono al suolo infrante, aperte.
La discesa agli inferi del Re della gloria ne spalanca tutti i sepolcri, ne fa uscire gli uomini prigionieri. Tutti gli uomini schiavi del peccato e della morte, rappresentati da Adamo ed Eva, sono afferrati saldamente dalle mani del Cristo. Raggiunti nel loro abisso da questa terrificante discesa nelle loro tenebre ne partecipano ora alla vertiginosa ascesa verso il Padre della vita, nella gloria indicibile della Resurrezione.
Resurrezione!
Adesso questa parola comincia ad assumere forma e corpo! La mia croce, il mio deserto non è più lo stesso ora. Ne sono certissimo. Non avevo mai scorto questo germoglio di vita, questo Dio che non ti salva dalla morte, ma nella morte stessa, quando umanamente tu diresti la parola fine.
Acqua sgorga in mezzo a questa aridità spietata. Fiotti di vita, sprizzi di speranza, gorgoglìo di freschezza. Gratitudine. Gratitudine che non ti farebbe barattare un solo attimo dei deserti che hai vissuto per nessuna cosa al mondo.
Ora sai. Ora sei certo. Ancora non osi gridarlo alleluia...
Ancora vuoi assaporare in silenzio questa Vita, che insieme anche alle tue lacrime adesso fa fiorire il deserto...
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