Gesù è deposto dalla Croce e sepolto

venerdì 6 aprile 2007 alle 23:26
Un'altro pensiero dalla Via Crucis degli studenti di Villa Nazareth...



Diario di Giuseppe d’Arimatea,
membro autorevolissimo del Sinedrio di Gerusalemme

Notte fonda di venerdì di Parasceve. Se solo tutti sapessero crederebbero perché Lui era Dio. L’ho sentito quest’oggi. L’ho capito. Verso sera ho avuto l’ardire di presentarmi dal governatore Pilato perché volevo il corpo dell’uomo che pendeva al centro fra gli altri due, là sul monte del Cranio. Lui quasi non credeva fosse già morto, Gesù di Nazareth. Ebbe un attimo d’esitazione, ma la forza che condusse me da lui condusse lui a consegnarmi il corpo. Ora sento la febbre, qui accanto a queste candele che pure fremono perché sanno che le mie mani hanno avvolto Dio. È venuto con me Nicodemo e nessuno dei due ha strappato fatica alcuna dal suo cuore per calare quel corpo. Mi hanno raccontato che un centurione, poco prima, abbia aperto il suo costato. Ne sono usciti sangue e acqua. Adesso tutto mi è chiaro. Leggo bene le sue parole, quando ebbi modo d’incontrarlo. Adesso capisco. Abbiamo trasferito il Dio cadavere lì vicino, dove cresce un giardino fiorito ed il languore del gelsomino notturno ancora mi prude le membra. Mi pervade la mente la mirra e l’aloè che abbiamo versato sul Dio esangue e martoriato, fra le sue ferite. Financo la sua barba si era rilassata alla morte, le sue palpebre tacevano, ma quasi non recavano contrazione, nessun vestigio della sua eroica fatica. Non temevo la trasparenza del suo palmo, e neanche Nicodemo sembrava atterrito, più sbalordito. Adesso capisco, mie lucerne notturne, adesso leggo il piano di Dio, era lui Dio, quasi ancora in quel corpo. All’interno del giardino abbiamo trovato per il suo santo corpo un sepolcro tutto nuovo, appena scavato nella viva roccia, fresco e buio. È evidente, notte buia, è così come ho capito, adesso tutto riluce!!! Tenendolo per i piedi e per le spalle io e Nicodemo abbiamo rilassato le membra fredde fra la fredda pietra. Ecco: tutto ciò che è illogico per l’uomo adesso diventa chiaro per l’uomo. Lui, Iddio, il figlio di Dio, che è vissuto con me ed ha mangiato erbe con me e con i suoi seguaci e i peccatori di questo mondo, lui il mondo ha messo in croce, senza farlo morire nel mondo però. Ha scelto di sospenderlo fra il cielo e la terra di modo che neanche il suo corpo esalasse a contatto con questa terra, ma lassù, sospeso nel legno dei romani, piallato dai peccatori, artefatto dai traditori. Non è morto sulla terra Gesù, ma sospeso a due piedi dalla terra nera, come nero il cielo e i palmi delle sue mani. Così la terra ha conosciuto solo un dio vivente. Mai carne divina ha toccato da morta la terra…e questo è Amore, fiaccole mie, è tenero Amore infantile, e come di un bimbo (capisco solo adesso) ho raccolto i tessuti per avvolgerlo. Tessuti bianchi, puri, come le fasce di un bimbo appena nato che profumi di olii e di essenze, così il corpo del Cristo sembrava, luceva davanti le fiaccole che, anch’esse, parlavano di lui, della sua morte bianca…finita in un giardino dai bei colori e dalle belle forme, fino all’antro ove riposa adesso. Dio non è morto sulla terra ma è deposto dentro una grotta…tutto è chiaro: i nostri padri ci insegnano che l’oscurità delle grotte serba i segreti della Natura, quelli più intimi…e adesso, come un nuovo ventre, una caverna gelida e silenziosa, intatta e inalterata, nuova e vergine, ospita il corpo bianco di un morto puro, madido delle lacrime di tutta la natura al suo passaggio. Ora capisco tutto: forse che la natura stia gestando Dio per dargli la vita dopo la morte, la resurrezione che lo stesso Dio predicava a me, essere miserevole? Cosa significa tutto questo? Se solo Dio risolvesse la sua morte nella vita, allora tutto sarebbe finito, le mie congetture troverebbero ragion d’essere Verità, e quell’uomo in fasce dentro quell’antro recondito della natura sarebbe davvero Dio che prepara la sua resurrezione…se solo fosse tutto vero…ho fretta di aspettare, di capire se le mie congetture siano davvero la Verità…
Giuseppe d’Arimatea

Francesco Buè

2 commenti/domande

  1. Anonimo Says:

    Caro Francesco, grazie di questo speciale commento.
    E´difficile pensare a Gesü che, morto sulla croce, viene desposto e portato come tutti i morti in un sepolcro.
    Límmagine di Giuseppe e Nicodemo, che prendono il corpo di Gesü e lo ripongono con le loro braccia nella tomba, e´ molto bella. Oggi mi aiuterä a riflettere meglio sull´amore che Gesü ha avuto per noi.

    "Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?
    A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?

    [2] È cresciuto come un virgulto davanti a lui
    e come una radice in terra arida.
    Non ha apparenza né bellezza
    per attirare i nostri sguardi,
    non splendore per provare in lui diletto.

    [3] Disprezzato e reietto dagli uomini,
    uomo dei dolori che ben conosce il patire,
    come uno davanti al quale ci si copre la faccia,
    era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

    [4] Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
    si è addossato i nostri dolori
    e noi lo giudicavamo castigato,
    percosso da Dio e umiliato.

    [5] Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
    schiacciato per le nostre iniquità.
    Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
    per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

    [6] Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
    ognuno di noi seguiva la sua strada;
    il Signore fece ricadere su di lui
    l'iniquità di noi tutti.

    [7] Maltrattato, si lasciò umiliare
    e non aprì la sua bocca;
    era come agnello condotto al macello,
    come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
    e non aprì la sua bocca.

    [8] Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;
    chi si affligge per la sua sorte?
    Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,
    per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte.

    [9] Gli si diede sepoltura con gli empi,
    con il ricco fu il suo tumulo,
    sebbene non avesse commesso violenza
    né vi fosse inganno nella sua bocca.

    [10] Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
    Quando offrirà se stesso in espiazione,
    vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
    si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.

    [11] Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
    e si sazierà della sua conoscenza;
    il giusto mio servo giustificherà molti,
    egli si addosserà la loro iniquità.

    [12] Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
    dei potenti egli farà bottino,
    perché ha consegnato se stesso alla morte
    ed è stato annoverato fra gli empi,
    mentre egli portava il peccato di molti
    e intercedeva per i peccatori." Isaia 53

  2. tangalor Says:

    Grazie mille per aver condiviso con tutti noi questo bel pensiero!

 













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