Entra in scena una donna "leggera"

domenica 17 giugno 2007 alle 14:35

Ed ecco una donna, una peccatrice... venne con un vasetto di olio profumato; e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio pro­fumato. (Luca 7, 36 ‑ 8, 3)

Nella casa di una persona tanto perbene come Simone fariseo, che ha invitato a pranzo Gesù, si introduce all'improvviso una donna.

E’ un'intrusa. La sua presenza non è contemplata nella lista de­gli ospiti. La sua comparsa nella casa di un uomo onesto e reli­gioso ha tutta l'aria di una provocazione. Che sfrontatezza.

Non viene riferito il suo nome. Sappiamo solo il mestiere, che non è certo qualificante. «Una peccatrice di quella città...»

La conoscono tutti. Una donna leggera. Insomma, «una di quelle».

La disprezzano. Ma se ne servono.

Anche i « virtuosi » hanno bisogno di lei, per potersi sentire buoni, per poter dire: «Io non sono sceso in basso come costei».

Ma pure lei conosce gli uomini. Forse meglio degli interessati stessi.

E conosce perfino le donne, attraverso i mariti...

Conosce il marcio di una certa società all'apparenza inappun­tabile.

Conosce le persone «irreprensibili». Quelle che si cospargono di onestà quasi fosse una crema per la pelle. Ma lei sa che sotto la vernice di perbenismo, di moralità, di religione, c'è tutto il resto. No, lei non si lascia impressionare dai lustrini, né dai biglietti da visita.

Gli altri sono costretti a recitare, mettersi la maschera.

Lei ha almeno il merito di portare in giro la propria faccia vera. Non troppo pulita, ma sua.

E, nel profondo, conserva probabilmente un segreto che difende gelosamente.

Un'esistenza sgangherata. Ma, in un angolo, protetto ostinata­mente contro le delusioni in serie e le esperienze più degradanti, c'è un ritaglio di speranza. Speranza di trovare qualcuno che non la consideri soltanto oggetto di piacere. Speranza di poter offrire il proprio cuore, oltre che il corpo. Speranza di ricominciare tutto da capo. Speranza di essere finalmente capita.

Ognuno prega alla propria maniera. La preghiera della pecca­trice, qui, è fatta di silenzio, scandita dalle lacrime. La sua liturgia, intessuta di tenerezza, si serve, quali oggetti sacri, di un vaso colmo di unguento e dei propri capelli. Le cerimonie le inventa lei.

Probabilmente aveva già visto Gesù, l'aveva ascoltato, ne era rimasta sconvolta. Lui le aveva, forse, scoccato uno sguardo di rim­provero e di fiducia. Le aveva afferrato, con mano sicura, quel rita­glio occultato nell'unico angolo «pulito». E da allora era avvenuto il capovolgimento. Agli occhi degli uomini rimaneva una peccatrice. Ma «dentro» era cambiata. Si sentiva, ormai, «come abitata da quell'uomo» (E. Chalet).

Adesso veniva a ringraziare.

I suoi gesti hanno la spontaneità e la sicurezza di una donna che si sente amata.

« A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe... che specie di donna è colei che lo tocca...»

Non ha il coraggio di esprimere ad alta voce la propria opi­nione. Si limita a borbottare « tra sé ».

Dimmi che cosa pensi degli altri e ti dirò chi sei.

Certa gente possiede un'unica coerenza: quella tra i propri pen­sieri nei confronti degli altri e le proprie azioni.

Si pensa male perché si agisce male.

Il «pensar male» a riguardo degli altri è il marchio garantito della nostra capacità a compiere quelle stesse azioni.

Dostoevskij notava che se i pensieri degli uomini avessero un odore, si sprigionerebbe nel mondo un puzzo insopportabile e tutti ne moriremmo appestati.

Il Cristo non soltanto coglieva il puzzo di certi pensieri, ma li leggeva ad alta voce, come in un libro aperto.

‑ Simone, ho una cosa da dirti..

E il fariseo subisce l'umiliazione di vedersi colto in «flagrante delitto di pensiero» e di sentirsi impartire una dettagliata lezione di belle maniere.

Quasi non bastasse, ecco anche la mortificazione di vedersi proporre come esempio (e rimprovero) il comportamento di quella prostituta!

‑ Simone, ho una cosa da dirti...

Tu, praticante, osservante, tu che ti senti a posto e giudichi gli altri. Bada che non hai capito niente. Impara da lei.

Impara ad amare, e proverai la gioia di essere perdonato.

«I suoi molti peccati le sono perdonati, poiché ha molto amato».

A te, invece, «si perdona poco» per il semplice motivo che non ti riconosci peccatore, ti ritieni giusto.

La donna adesso se ne va.

Tutti la ritenevano una donna leggera.

Ma soltanto adesso lei si sente veramente leggera.

Le è stato restituito un cuore nuovo, intatto e fresco come quello di un bambino.

Ora può cominciare ad amare per davvero perché si sente amata.

E il fariseo, che probabilmente aveva invitato Gesù per studiarlo da vicino, se vuol sapere qualcosa sul conto del Maestro, dovrà rivolgersi per informazioni a questa donna.

E, con lui, tutte le persone «virtuose» del mondo.


A. Pronzato


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