Amore come libertà (III)

sabato 30 giugno 2007 alle 13:34

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11. Non avvenuta elaborazione del fantasma dell’altro o dell’altra: quando una persona ha avuto un’esperienza affettiva, l’altro o l’altra gli si «colloca dentro». Non si può pensare di eliminarlo con facilità. «Siamo stati insieme sei, sette, otto anni...» e allora quello o quella non si può più cancellare con un colpo di spugna. Soltanto una persona poco avveduta si imbarca in una storia d’amore ferita da un simile passato; una persona intelligente ti dice: «Prima scacci il fantasma, cioè il ricordo dell’altra persona, poi ti do tutto me stesso». E bisogna sempre precisare che non esiste l’amore generico: noi parliamo di amore sponsale, non l’amore fra madre e figlio, fratello e sorella, no! L’amore sponsale è un’altra cosa.

12. Complesso di onnipotenza: è tipico dei maschietti che, vivendo in una cultura che ti dà tutto, sono persone non cresciute. E’ un atteggiamento di molti, anche se si tratta di spilungoni alti due metri e di trent’anni, che però hanno il cervello di un adolescente, perché credono di potere tutto.

13. Troppo lavoro: il maschietto soprattutto si aliena nell’opera delle sue mani. Quando le cose non funzionano si dà al lavoro; dopo succede puntualmente che questa persona si affloscia, perché le energie psichiche sono quelle che sono. Si possono spendere tante energie per un certo periodo di tempo, ma non può essere una costante.

14. Trauma da stato abbandonico: significa che le persone possono avere dei traumi. II bambino a tre mesi già riconosce il volto della mamma. Se la mamma muore, se è ospedalizzato o anche per altri motivi, cade in stato abbandonico. Questo conduce ad una fenomenologia che ho incontrato spesso: la persona porta dentro di sé il concetto che l’altro, prima o poi, l'abbandonerà, anche se è un fenomeno inconscio.

15. Bugie destabilizzanti: è tipico di una psicologia fragile. «Non gli ho detto questo perché poi... Ma dopo se lo scopre...».

16. Rapporto idolatrico: significa che tu dal partner ti aspetti che ti faccia da dio, che sia la sorgente della vita. Ma Dio è un’altra cosa.

17. Silenzio di copertura: certe aree della personalità fanno soffrire; la persona tende a rimuoverle e per questo evita a chiunque di entrare nel suo profondo. La situazione si sblocca solo con il dialogo, con l’apertura, con la confidenza reciproca.

18. Struttura nevrotica della personalità: cioè lui, lei o tutti e due sono rimasti bambini e fanno richieste bambine. È difficile intervenire, ma succede molto spesso.

19. Corporeità in stato reattivo: significa che, soprattutto nel mondo femminile, dopo un trauma, il corpo cambia di significato. Allora se ti do la mano, un gesto normale, umano, di comunicazione, quello che dovrebbe essere una manifestazione, un passaggio di amore, lo recepisci come un disagio, come qualcosa che dà fastidio.

20. Emozioni e sentimenti altalenanti per distanza della psiche dal corpo. Non realistica rappresentazione psichica della propria corporeità e distanza da essa. Si va cercando «l'isola della felicità» fuori del proprio corpo. Realtà del tutto inconscia. Rende incapaci di rapporti stabili e decisioni definitive.

21. IO debole – regredito – mistificato. Buona parte della nostra cultura è una macchina per rimbecillire le coscienze: gli atteggiamenti che si innescano per reazione ai forti condizionamenti sociali dipendono dal nostro stato e grado di percezione della realtà e solitamente conducono a tre tipologie di comportamento solo apparentemente diverse, il conformismo, l'adattamento, o la ribellione. Ma la vera «rivoluzione» si può ottenere soltanto assurgendo al livello della meta-comunicazione.

Comunque, IO debole:

ad opera del potere di persuasione di maghi, sette religiose, presunte possessioni diaboliche; per aver aderito a magia, occultismo, fatture; per la abituale assunzione di droghe o alcool; a causa di manipolatori della comunicazione e, in generale, tutto ciò che fa regredire…

22. Sceneggiata e drammatizzazione. Modalità adolescenziale di enfatizzare situazioni estreme per «godere» di forti emozioni.

23. Su questi nuclei di morte c’è sempre la potenza della Risurrezione di Gesù Cristo: tolto il cancro, e prima lo scopri e meglio è, le dinamiche funzionano, l’amore riprende. Certe volte nelle coppie ne trovi quattro o cinque...anche se per far morire una relazione ne basta uno! Recentemente ho incontrato una coppia; piangevano e dicevano: «Ma noi questi nuclei ce l’abbiamo tutti! Come facciamo?». «Non temete. Già prendere coscienza del bisogno di crescere è importante. Vedrete: Gesù Cristo è davvero potente». II mondo dei fidanzati è dove io opero per portare la salvezza di Gesù Cristo, perché il Vangelo possa penetrare il tessuto concreto delle esperienze vissute. E’ un servizio che dobbiamo rendere alle persone. Un criterio importante è quello che io ricordo ai giovani che incontro: «Sei consegnato in mano al tuo consiglio, che è l’intelligenza che il Signore ti ha dato: occorre farla funzionare. Sei consegnato in mano alla fede, al buon Dio che ti ha messo a disposizione tutto ciò che serve per vivere, per vivere l'amore e per vivere la vita». Vorrei invitare le giovani coppie al nostro Corso per fidanzati, che teniamo alla Porziuncola: regalatevi 12 ore al giorno di ascolto. Le persone che aderiscono trovano vita, capiscono perché Dio interviene, scoprono il senso di tutto quello che accade dentro e intorno a loro.

Per realizzare un simile progetto ci vuole un annuncio forte, un annuncio autorevole: il Vangelo che viene sminuzzato perché possa calare dentro il cuore delle persone. Ed è sempre un’esplosione di vita! Io non mi accontento di vedere due persone che stanno insieme: voglio vedere il fulgore d’amore, un alone di bellezza. La mia esigenza è che la coppia risplenda, perché deve testimoniare agli altri un’esperienza di risurrezione. Deve dare testimonianza, deve inventarsi un modo per essere lievito nella sua parrocchia; deve ripartire con più slancio. La cosa più bella è ripartire nello stile di san Francesco che è quanto di più alto e più sublime possa esistere; perché Francesco ha riformato la Chiesa facendola lievitare dal di dentro con uno stile insuperabile. Non c’è al mondo uomo più umile, più delicato, più concreto capace di indirizzare le persone a camminare verso la conquista del loro bene.

p. G. Marini

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