Vento e Fuoco

domenica 27 maggio 2007 alle 11:22

Lo Spirito è il grande Protagonista della festa di Pentecoste. Il suo arrivo è segnalato con due immagini: quella del vento e quella del fuoco.

Il vento è imprevedibile.

«Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3, 8).

Aprirsi all'azione dello Spirito, significa diventare creature «sor­prendenti», inspiegabili. Che non seguono le traiettorie obbligate del buonsenso, le strade battute della mediocrità generale, gli itine­rari programmati del «fanno tutti così», né i sentieri ben segnati dell'abitudine e delle ripetizioni.

Non per nulla i primi monaci venivano chiamati «figli del ven­to», proprio per l'imprevedibilità della loro azione e delle loro iniziative, per la novità sconcertante dei loro gesti.

La vita cristiana è fedele allo Spirito nella misura in cui dimostra di essere capace di «sorprendere».

Il vento è inafferrabile. Non lo si può ingabbiare, amministrare, controllare.

Nessuno è libero come un santo.

Nessuno è meno addomesticabile di una creatura afferrata dal­lo Spirito.

Il vento è inarrestabile. Nella sua azione irresistibile, travolge tutti gli ostacoli, spazza via le paure, scuote i pregiudizi, scrolla le sicurezze, fa piegare le resistenze più accanite.

Non è possibile fermare il vento.

Occorre abbandonarsi alla sua forza travolgente, assecondare il suo movimento impetuoso e lasciarsi trasportare nella sua direzione.

Il vento si diverte a portarci dove noi non vorremmo.

Niente paura. Andiamo a sbattere... in qualche mondo nuovo. Si va ad approdare a qualche «terra nuova».

Il vento, dunque, è una realtà dinamica, non statica.

Non lo si possiede. Si è posseduti da lui.

Non si comanda al vento. Ci si mette a sua disposizione.

Il vento non lo si spiega. Se ne vedono gli effetti.

Al vento non si può imporre una direzione o una misura. E’ lui che fissa la direzione e stabilisce la misura.

Una persona amica dello Spirito la si riconosce perché è una creatura di movimento.

Certe persone cosiddette spirituali, invece, pare abbiano addos­so ‑ come direbbe J. Cardonnel ‑ più piombo che ali, tale è la pesan­tezza e l'immobilismo che le caratterizzano. In realtà non conoscono neppure di vista lo Spirito, altro che essere familiari con Lui! Lo confondono col loro... fiato corto.

Proviamo a riflettere. Accogliere lo Spirito, nella propria vita, significa accogliere il vento.

E quando entra questo vento impetuoso, nel mondo o in un'e­sistenza personale, c'è una sola certezza: niente rimane come prima.

Lo Spirito ha la pessima abitudine di non lasciare stare come sono né le cose né le persone. Si diverte a non lasciare niente e nessuno al proprio posto.

«Questi uomini gettano il disordine nella nostra città» (At 16,20).

La colpa non è loro. E’ del vento.

... di A. Pronzato [... continua più tardi...]


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