Vento e Fuoco (II)

domenica 27 maggio 2007 alle 17:27

[...] Ma lo Spirito si presenta anche sotto forma di fuoco.

Il fuoco svolge una triplice azione di: illuminazione, calore, purificazione.

Il fuoco, però, tende a propagarsi. E’ fatto per appiccarsi. Non riesce a stare nei propri limiti..

«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49).

Cristo è piuttosto impaziente a questo riguardo.

C'è bisogno, perciò, di qualcuno disposto a lasciarsi... incen­diare.

Qualcuno che non abbia paura di scottarsi. Che non si manten­ga a distanza di sicurezza.

Per favore, amico, non scambiare il tuo pigro tepore con il fuoco divorante dello Spirito.

Avvicinati a questo fuoco.

Unisci la tua fiammella a questo colossale incendio.

Acquista la sua incandescenza. Sopporta le sue temperature. Non buttarci sopra le ceneri della prudenza per tenerlo a bada.

Bruckberger osserva con crudele ironia che «i discorsi dei par­roci non mancano no, di cuore. Ma è il loro cuore che emette suoni nasali!» Ciò si può dire anche di parecchi cristiani. E il guaio è dovuto al fatto che il loro cuore è protetto contro l'incendio dello Spirito dalle ceneri della paura, del calcolo, della «ragionevolezza», della timidezza.

Ci sono dei cuori che si difendono dal fuoco, lo circoscrivono, lo attenuano, cercano di limitarne i danni, invece di buttarvisi dentro.

Soprattutto, sii disponibile alla dolorosa azione purificatrice del­lo Spirito.

Il fuoco, per trasformare, deve liberare la materia da tutte le impurità, le scorie, le macchie.

Non c'è conversione senza cambiamento, e non c'è cambiamen­to senza purificazione, e non c'è purificazione indolore.

Non c'è trasfigurazione senza faticosa ascesi.

Devi affidarti al fuoco se vuoi che la tua vita acquisti trasparenza.

«Ciascuno sarà salato col fuoco...» (Mc 9,49).

Dunque. Sei disposto a non difenderti dal fuoco?

Accetti questo incendio di Dio nella tua vita?

Bada che, in questa prospettiva, possedere lo Spirito significa... maneggiare il fuoco. Significa diventare persone che non sono mai innocue, di fronte alle quali non si può restare indifferenti. Crea­ture che lasciano il segno...

La familiarità col fuoco si esprime attraverso una fede con­tagiosa.

Devi essere luce, sale (il sale brucia, ha il fuoco dentro!), lievito.

Il tuo compito non è di rassicurare, ma di provocare.

Guai se ti riduci ad essere la camomilla, il benefico tranquil­lante di quanti ti avvicinano.

In tal caso la Pentecoste è una festa che non fa per te.

(A. Pronzato)

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