Dispensatori di Vangelo... e di pane

mercoledì 14 novembre 2007 alle 21:03


L’evangelizzazione è la perenne ansia della Chiesa, perché è il testamento lasciatogli da Gesù. Anche là dove essa è impegnata in opere di promozione umana e sociale, come qui in Madagascar, l’evangelizzazione è e resta la sua priorità ed il segno della sua fedeltà al Maestro.

È difficile spiegarlo a volte. Molti apprezzano dei missionari il fatto che essi non si limitino a …fare delle prediche, ma diano un piatto di riso a chi è affamato ed una medicina a chi soffre. Per molti questo è un segno di credibilità e di autenticità. A volte capita di sentire apprezzamenti generosi anche da parti di non credenti… Ma ogni missionario (e cristiano) sente che dare Gesù ed il suo vangelo è più importante che distribuire un pezzo di pane. Questo non toglie che in Missione accanto alla chiesetta sorge subito la scuola ed il dispensario, e che a volte l’80% del tempo materiale è dedicato all’opera umanitaria, ma sempre nella certezza che Gesù è la ricchezza più grande che si possa offrire ad ogni uomo, anche ad un povero. Se offriamo quel piatto di riso è in nome di Gesù e dell’amore che lui ci ha insegnato. Se non fosse così mi sentirei solo un commediante.

Noi Redentoristi in Madagascar siamo impegnati in tante opere sociali: dalle scuole ai dispensari, dalle mense per i poveri all’aiuto ai bambini malnutriti, dalla formazione professionale all’alfabetizzazione degli adulti. Eppure la nostra priorità e ragion d’essere è l’annuncio e la testimonianza del Vangelo. Senza quest’annuncio saremmo solo degli operatori sociali, e le nostre stesse opere perderebbero la loro spina dorsale.

Questa evangelizzazione si realizza nell’annuncio che fanno direttamente i missionari, ma anche nella formazione d’altri evangelizzatori. È per questo motivo che da due anni siamo impegnati in un Centro di formazione per i catechisti.

In questo centro arrivano ogni anno una decina di famiglie, provenienti per lo più da villaggi di foresta. Durante tutto l’anno essi abitano con noi e condividono la nostra vita. Sono formati per il loro ministero d’animazione delle comunità cristiane (teologia, catechesi e Bibbia), ma imparano anche dei mestieri pratici per poter elevare il loro tenore di vita e sostenersi economicamente una volta tornati nei loro villaggi.

Finito il corso queste famiglie catechiste sono inviate solennemente nei loro villaggi d’origine dove saranno responsabili dell’animazione cristiana di tutta la comunità cristiana. In molti dei villaggi di foresta il sacerdote passa in tournée a scadenze 6 mesi o un anno. Sono i laici, i catechisti appunto, a tenere vive ed attive le comunità cristiane: a presiedere alla liturgia domenicale, ai riti religiosi (funerali), a guidare la catechesi e preparare la celebrazione dei sacramenti al passaggio del sacerdote. Il loro lavoro laicale tiene in vita migliaia di piccole comunità a volte in posti irraggiungibili per i missionari. La chiesa in terra di missione si regge più che su teorie sul laicato, sul lavoro costante di questi collaboratori.

p. Lorenzo CSSR



3 commenti/domande

  1. tangalor Says:

    Quanto mi attirano i paesi come Africe e America Latina! Spero vivamente di poterli un giorno vedere con i miei occhi e toccare con le mie mani!

  2. Anonimo Says:

    good start

  3. Anonimo Says:

    good start

 













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