Antonella

venerdì 2 maggio 2008 alle 22:56

Sono Antonella e provengo da una famiglia di origine reggiana. Sono stata battezzata da piccola e ho frequentato il catechismo in chiesa cattolica. Poi non ho più frequentato la chiesa se non per futili richieste, ad esempio superare brillantemente un compito in classe. Trascorsi la mia adolescenza divertendomi con le amiche, viaggiando per il mondo, frequentando le discoteche e legandomi sentimentalmente. Ho sempre avuto tutto e non mi è mai mancato nulla. Satana era molto bravo a tenermi legata a lui. Mi sembrava di essere libera da tutto invece... ero schiava di ogni cosa perché tutto aveva un prezzo. La vanità, i viaggi, il ragazzo sembrava tutto così bello.

Un giorno, durante un intervento chirurgico (io sono infermiera professionista), una manovra tecnica fece in modo che il sangue della paziente mi schizzò in viso e negli occhi. Mi era già successo altre volte e, nonostante la seccatura, speravo che tutto sarebbe andato bene. Per il tipo di lavoro che svolgo spesso avevo assistito persone morire, di varie età, e mi chiedevo cosa ci fosse dopo la morte. Presto però tornavo alla mia vita, che continuava a correre felicemente. Nel giro di pochi giorni dall'incidente venni a sapere che quella paziente aveva una malattia incurabile, e quindi era infettiva. L'idea di passare da infermiera che assiste a paziente non mi andava proprio. Vidi così infrangersi tutto i mio futuro, la mia vita piena dei progetti di una ragazza normale, il matrimonio, i figli, il lavoro, le vacanze…


Prendeva sempre più piede l'idea di essere allontanata dalla società, dal lavoro, dal mio ragazzo. Nessuno riusciva a comprendere il mio stato, la mia angoscia e nessuno poteva aiutarmi. Anche quando ne parlavo con le amiche del cuore mi davano una pacca sulla spalla e mi dicevano: "Non ti preoccupare!". I miei timori e il mio vuoto rimanevano. In casa dovevo fingere di essere serena, ma non era sempre così semplice. Avevo paura di infettare coloro che mi erano vicini e a cui volevo bene. Provavo un senso di emarginazione.


Per legge dovetti sottopormi a una serie di controlli ematici. Cosa mi aspettava? Andare nel reparto infettivi in fila assieme a persone ammalate e contagiose, era quello il mio futuro? Lì svanivano veramente tutti i miei bei progetti di vita.


Finalmente un giorno mi rivolsi a mia sorella, che mi aveva già parlato della sua nuova fede e della sua pace nel cuore.


Le chiesi di pregare per me, per questo mio problema di salute. Sapevo che lei aveva un Amico potente. Lei ne fu molto contenta e iniziò anche a parlarmi di Gesù, al punto che le chiesi di poter leggere qualcosa sull'argomento. Devo dire che, conoscendomi, dovevo essere proprio alla ricerca di una soluzione per arrivare a tanto. Mi consigliò di leggere il Vangelo di Giovanni.

Io che bestemmiavo il nome di Dio, che non mi sottraevo a menzogne e parolacce! Eccomi ora a leggere il Vangelo!
Inizialmente mi chiedevo perché proprio a me una simile punizione, io che non mi drogavo, non avevo fatto nulla di male! Solo leggendo il Vangelo iniziai a capire quanto la mia vita fosse distante dal Signore. Ero schiava della vanità e dell'orgoglio. Iniziavo a comprendere dal messaggio che leggevo, che non occorreva essere un omicida per meritarsi la punizione divina. Io ero già condannata.
Ai miei interrogativi sul dopo la morte trovai la soluzione al versetto 16 del capitolo 3 del vangelo di Giovanni:

"Perché Dio ha tanto amato il mondo,
che ha dato il suo unigenito Figlio,
affinché chiunque crede in lui non perisca,
ma abbia vita eterna."

Iniziai a cercare il Signore, fino a quando, nell'agosto del 1995, presi la mia decisione: donare il mio cuore al Signore e convertirmi a Lui. Da otto anni a questa parte ho avuto molte benedizioni nella mia vita. Non ho rimpianti di aver lasciato quel mondo che mi teneva schiava di tante ipocrisie e mode. Ora sono libera in Cristo. Ho molti più amici di prima, e sono veri amici, sui quali posso davvero contare. Ho conosciuto il vero amore perché Cristo è morto per me sulla croce. Ringrazio il Signore per quell'incidente che mi ha portato a conoscere Gesù. Non c'era altro modo per me di arrivare a Lui.

Probabilmente molte volte non ho udito la sua voce che mi chiamava a ravvedermi perché Satana continuava a darmi ciò che mi dava successo.

Oggi sono felicemente sposata, e sana di salute, e i miei nuovi progetti hanno basi solide, perché poggiano non su di me e sui miei sforzi, ma sul Signore stesso e sulle sue promesse.

Antonella


Fonte: Vangelo.org

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