Dov'è il Signore? (Epifania 2007)

sabato 6 gennaio 2007 alle 22:54
Dov'é il re dei giudei che è nato? Dov'è?

E' la domanda che gli scrutatori dei segni del cielo venuti dall'oriente ripetono entrando a Gerusalemme (Mt 2,2), ed è la domanda che mi risuona dentro ancora adesso, dopo averla condivisa con gli amici del PIB, e alla fine di questo giorno che celebra la manifestazione (Epifania) del Signore. Dov'è il Signore? Strano modo di manifestarsi, davvero. Se lascia dentro questa domanda, questo appello, questa ansia di risposta. Forse è mancanza di fede chiedersi dov'è il Signore?

No davvero, è proprio il contrario!

E' quando non ti domandi più "dov'è il Signore?" che la tua fede è in crisi. Gerusalemme dormiva sonni tranquilli... fino alla venuta di quei sapienti stranieri. Gerusalemme dormiva. Nella sua sicurezza di avere Dio dalla sua parte, dormiva. Nel suo aver deciso di dimenticare Dio, dicendo il contrario, dormiva. Nel suo attendere il Messia, a modo suo, dormiva. Nel credere di aver capito tutto della propria storia, dei propri drammi, dormiva.

E' l'accusa passionale di Geremia, che grida agli orecchi di Gerusalemme:

Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri, per allontanarsi da me? Essi seguirono ciò ch' è vano, diventarono loro stessi vanità e non si domandarono: Dov' è il Signore che ci fece uscire dal paese d' Egitto, ci guidò nel deserto, per una terra di steppe e di frane, per una terra arida e tenebrosa, per una terra che nessuno attraversa e dove nessuno dimora? Io vi ho condotti in una terra da giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti. Ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso il mio possesso un abominio. Neppure i sacerdoti si domandarono: Dov' è il Signore? I detentori della legge non mi hanno conosciuto, i pastori mi si sono ribellati, i profeti hanno predetto nel nome di Baal e hanno seguito esseri inutili (Ger 2,5-8).

Non cerchiamo più il Signore, è questo il nostro peccato. Non ci domandiamo più dov'è, concretamente, nella nostra vita, come trovarlo, dove cercarlo. Ci siamo accontentati, lo abbiamo addomesticato, è ridotto ad un nome, ad un rito, a qualcosa da dimenticare.
Sì. perchè forse ha permesso che la vita ci ferisse, ci ingannasse... ci sentiamo defraudati di qualcosa, Dio ci ha impedito di amministrarci la vita come volevamo, come fanno tutti... ci sentiamo violentati.
E allora questi stranieri, che rispetto a noi di lui non sanno nulla, ci inquietano con quel desiderio di Lui (che anche noi in fondo abbiamo), con quella domanda inopportuna.
A cui sappiamo perfino rispondere, esattamente:

Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, Erode s' informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele (Mt 2,4-6).

Dà enorme fastidio ricevere una parola di verità sulla nostra vita dagli altri, che sono tutti stranieri. Eppure i magi sanno che il tempo della manifestazione del Signore è arrivato ma non sanno il luogo, e domandano. Noi sappiamo il luogo, dove il Signore abita (nella sua Chiesa, nella Parola, nei sacramenti, ecc.), ma non sappiamo, nè domandiamo sul il tempo dell'incontro. Ci sfugge... o non lo vogliamo. Abbiamo bisogno gli uni degli altri per trovarlo.
Solo che alcuni decidono di affrontare l'incognita di questo viaggio, si lasciano indietro le sicurezze di casa, altri non lo fanno, e preferiscono conoscere Dio a parole ma non con l'esperienza di una ricerca d'amore in cui ti giochi la vita.
Dov'è il Signore? Il ripetersi di questa domanda dentro di me mi fa sentire vivo, e amante. Lo cerco e Lui mi cerca. I segni non mancano, non mancano nella vita di nessuno, fosse anche solo una stella che brilla per un attimo nell'oscurità del non senso.
Dov'è il Signore? Te lo domanda chi ti sta vicino, a te, che dici di conoscerLo. Sai rispondere?
Dov'è il Signore? Il desiderio puro della Verità, del Bene, dell'Amore dà nuovo vigore a questo grido.
Se questa domanda non ti dà pace è perchè già hai gustato qualcosa della Sua pace, e allora non sei davvero lontano da suo abbraccio. E' un gioco d'amore di cui per Lui tu sei il protagonista, l'amato a cui si rivelerà nello splendore della Sua gloria. Amen!

p. Salva

2 commenti/domande

  1. tangalor Says:

    Sempre alla ricerca di Dio, alla ricerca della Pace, alla ricerca... sempre in movimento, fuori e dentro di noi... eppure fermandosi, sedendosi, ascoltandosi, la Pace giunge a trovarci ed inabita il nostro cuore e piano piano ci trasforma, ci insegna, ci ammaestra e reimpasta tutto il nostro essere facendo effettivamente una creatura nuova. Ci accorgiamo a volte di questa Presenza di Dio dentro di noi e ci rallegriamo della Grazia grande che il Signore ci fa: Egli sempre desidera incontrare cuori da amare e cuori che lo amano perchè difficilmente li trova per le strade del mondo. Così se noi lo chiamiamo, se noi invochiamo il Suo Nome, Gesù viene in noi, dentro di noi, perchè Lui stesso ha promesso questo a tutta l'Umanità. Sta scritto infatti "Sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo"... può forse venir meno Gesù alla Sua Promessa?

  2. Anonimo Says:

    Caro P.Salvatore,
    solo ora riesco a far spazio nelle mie quotidiane ore dipinte dai sorrisi di Giovanni Maria...E d'un fiato a leggere le tue belle parole e ad ascoltare il tuo cuore...Trovo così quel clima di raccoglimento che mi permette di portare in superficie me stessa...
    Non c'è modo di trovare Dio, di conoscerlo e di raggiungerlo se non ci si apre al suo Amore...
    Viviamo in un tempo privo di soste...che si trasforma quasi sempre in tempo alienato e siamo costretti a riempirlo continuamente di avvenimenti, eventi, immagini...tanto che non rimane più spazio per la nostra interiorità...Come possiamo ascoltare Dio che parla al nostro cuore e percepire di essere sua dimora scelta?
    Santa Teresa diceva nel suo 'Castello interiore' che finchè non ci si libera del proprio 'guscio', non lo si rompe non c'è alcuna possibilità di crescita...
    Assorbiti dal nostro io, rimaniamo chiusi in noi stessi, attaccati alla nostra routine, al nostro modo di guardare le cose e di affrontarle, adagiati ad una mentalità mondana che non ha nulla della 'buona notizia'...senza possibilità di un ritorno al Signore attraverso piccoli gesti quotidiani...
    Occorre ritrovare la 'lentezza' in questo mondo che corre e sfugge...per far fermare Dio in noi...e conferire un senso alla vita...

 













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