E' già il pomeriggio di questa domenica dell'Ascensione e ancora mi vengono in mente queste parole del Signore dette prima della separazione dai suoi discepoli, prima della passione.
Sono parole che dicono bene il senso anche della separazione che avviene al momento in cui Gesù ascende al Cielo, sottraendosi a quel contatto visibile cui gli apostoli si erano ormai abituati:
Vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada... (Gv 16,7a)
Ma come? Come può essere un bene questa separazione?
Separazione da chi è ormai il senso della tua vita?
Ogni distacco per noi è non-senso, è quanto di più doloroso ci possa capitare.
Distacco da chi si ama, da chi si è riamati, da chi è sicurezza, affetto, dono di verità e presenza ricca di vita e significato.
Eppure...
Eppure l'amore nella sua verità, che è Dio, si è rivelato come Colui che per primo accetta, o subisce su di sé questa separazione. Necessaria per dare la vita. Perché sussista una libertà che possa liberamente scegliere, liberamente pensare ed amare...
La creazione, se rileggiamo il libro della Genesi, avviene per successive separazioni: la luce dalle tenebre, le acque dalle acque, la terra dal mare...
Mi piace pensare soprattutto a questa immagine della massa azzurra delle acque che si ritirano perchè possa emergere qualcosa di totalmente diverso - la terra - e anche lì germogli la vita... ma non la vita che nasce e brulica nelle acque, ma una vita e forme di vita totalmente diverse... ma sempre vita.
Mi piace pensare a questa immagine come ad una figura di ciò che Dio ha fatto per me, per noi.
Egli si è ritirato perché io potessi emergere come persona libera, e liberamente, anche a tentoni, cercarLo, scoprirLo, amarLo... ma liberamente.
Se fosse brillato a me nel suo splendore di bellezza la mia libertà paradossalmente ne sarebbe stata schiacciata. L'avrei contemplato e basta e la mia personalità non sarebbe mai esistita.
Che grande questo Signore che umilmente si fa da parte, quasi scompare dalla creazione, perché essa possa esistere!
E la stessa cosa in fondo si ripete oggi, con la separazione dell'Ascensione.
Il Risorto ci ha affascinato con la sua gloria, i nostri cuori impazziscono di gioia quando lo possiamo stringere ed avere tutto per noi. I discepoli non cessano di fissare il cielo quando una nube lo sottrae infine al loro sguardo (cfr. At 1,9-10).
Eppure...
Vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada...
... perché se non me ne vado non verrà a voi il Consolatore (Gv 16,7)
Questa separazione è amore. Anche questa separazione è amore che si rivela.
Amore che nella libertà che innalza ed esalta davanti a sè (la mia libertà) promette in realtà una comunione inimmaginabile.
Una comunione nella distinzione, una vera comunione di una profondità divina: avremo il Suo stesso Spirito che abiterà in noi! Una cosa sola in lui come Lui è una cosa sola con il Padre nell'unità di un solo Spirito d'amore.
Una cosa sola ma diversissimi. E questo è Dio.
Sono parole che dicono bene il senso anche della separazione che avviene al momento in cui Gesù ascende al Cielo, sottraendosi a quel contatto visibile cui gli apostoli si erano ormai abituati:
Vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada... (Gv 16,7a)
Ma come? Come può essere un bene questa separazione?
Separazione da chi è ormai il senso della tua vita?
Ogni distacco per noi è non-senso, è quanto di più doloroso ci possa capitare.
Distacco da chi si ama, da chi si è riamati, da chi è sicurezza, affetto, dono di verità e presenza ricca di vita e significato.
Eppure...
Eppure l'amore nella sua verità, che è Dio, si è rivelato come Colui che per primo accetta, o subisce su di sé questa separazione. Necessaria per dare la vita. Perché sussista una libertà che possa liberamente scegliere, liberamente pensare ed amare...
La creazione, se rileggiamo il libro della Genesi, avviene per successive separazioni: la luce dalle tenebre, le acque dalle acque, la terra dal mare...
Mi piace pensare soprattutto a questa immagine della massa azzurra delle acque che si ritirano perchè possa emergere qualcosa di totalmente diverso - la terra - e anche lì germogli la vita... ma non la vita che nasce e brulica nelle acque, ma una vita e forme di vita totalmente diverse... ma sempre vita.
Mi piace pensare a questa immagine come ad una figura di ciò che Dio ha fatto per me, per noi.
Egli si è ritirato perché io potessi emergere come persona libera, e liberamente, anche a tentoni, cercarLo, scoprirLo, amarLo... ma liberamente.
Se fosse brillato a me nel suo splendore di bellezza la mia libertà paradossalmente ne sarebbe stata schiacciata. L'avrei contemplato e basta e la mia personalità non sarebbe mai esistita.
Che grande questo Signore che umilmente si fa da parte, quasi scompare dalla creazione, perché essa possa esistere!
E la stessa cosa in fondo si ripete oggi, con la separazione dell'Ascensione.
Il Risorto ci ha affascinato con la sua gloria, i nostri cuori impazziscono di gioia quando lo possiamo stringere ed avere tutto per noi. I discepoli non cessano di fissare il cielo quando una nube lo sottrae infine al loro sguardo (cfr. At 1,9-10).
Eppure...
Vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada...
... perché se non me ne vado non verrà a voi il Consolatore (Gv 16,7)
Questa separazione è amore. Anche questa separazione è amore che si rivela.
Amore che nella libertà che innalza ed esalta davanti a sè (la mia libertà) promette in realtà una comunione inimmaginabile.
Una comunione nella distinzione, una vera comunione di una profondità divina: avremo il Suo stesso Spirito che abiterà in noi! Una cosa sola in lui come Lui è una cosa sola con il Padre nell'unità di un solo Spirito d'amore.
Una cosa sola ma diversissimi. E questo è Dio.
Padre ti devo fare i miei complimenti..questo post è meraviglioso.