Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!
Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà» .
Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà» .
Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno» .
Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?» .
Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo» .
Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama» . Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là» . Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!» .
Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse:
«Dove l'avete posto?» . Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!» . (cfr. Gv 11).
(Di Al. Pronzato)
[...] Mentre si avvia al sepolcro, «Gesù scoppiò in pianto».
Direi che mi bastano queste lacrime, questo pianto dirotto. Un Dio che piange la morte dell'amico, che non nasconde i propri sentimenti, che non si vergogna di apparire umano, mi convince quanto il Dio che richiama in vita colui che è morto da quattro giorni. Per me, anche quelle lacrime sono un grande miracolo.
«Vedi come lo amava», commentano alcuni dei presenti.
E poco importa che altri stiano a cavillare, in base a un atteggiamento ostile pregiudiziale nei suoi confronti: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva far sì che questi non morisse?» In fondo, questi ultimi rendono omaggio all'umanità di Gesù. Dubitano del suo potere soprannaturale, ma non possono contestare il valore e il significato di quelle lacrime.
E poco prima, di fronte al pianto dell'altra sorella, Maria, e degli amici che la attorniavano, Gesù «si commosse profondamente, si turbò...» Due verbi che rendono il Maestro assai vicino alle nostre angosce, al nostro sgomento di fronte al dolore, alla nostra protesta contro la morte.
Neppure il Cristo è d'accordo con il male, non accetta a occhi asciutti il sepolcro. Neppure lui si rassegna facilmente alle separazioni più brutali.
Da un Dio che ama in quella maniera « tanto umana », c'è da aspettarsi di tutto in favore dell'uomo.
Al sepolcro Gesù si avvia non come un essere al di sopra delle debolezze dei comuni mortali, ma «profondamente commosso».
Ed è soltanto dopo essere stato in comunione con la nostra debolezza, che ritrova il tono imperioso del comando:
- Togliete la pietra!
- Signore, già manda cattivo odore, perché è di quattro giorni - gli fa osservare Marta.
Il fetore che esala dal cadavere non è un particolare macabro. Vi si può cogliere un significato teologico.
F l'artefice divino che si ritrova di fronte al proprio capolavoro deturpato, all'uomo che ha scelto la degradazione, la morte, il peccato, dal momento che si è sottratto alla «conversazione col proprio Creatore», ha rifiutato l'amore.
Nel racconto della Genesi troviamo il compiacimento: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona (oppure: bella)» (Gn 1,31).
Qui: «Manda cattivo odore».
Sono i due poli estremi. È l'itinerario percorso dall'uomo lungo la strada della fuga, della disobbedienza. Dagli spazi smisurati dell'Eden alla prigione del sepolcro.
Ma seguiamo la conclusione della narrazione: «Gesù gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!" Il morto esce, con i piedi e le mani avvolte in bende, e il volto coperto da un sudario».
Quel grido imperioso è rivolto a ciascuno di noi. Cristo non si rassegna ai nostri sepolcri, alla nostra coabitazione con la morte, alle nostre scelte di morte. Lui ci provoca, ossia, letteralmente, ci «chiama fuori». Fuori della prigione in cui ci rinchiudiamo volontariamente, accontentandoci di una vita fittizia, impoverita di ideali, di slanci, spoglia dei veri valori. Fuori dagli orizzonti soffocanti. Fuori dalle dimensioni «riduttrici» della nostra grandezza più autentica.
Quella voce ci impone di camminare, spezzando le «bende»in cui ci siamo avvolti oppure che gli altri ci hanno cucito addosso.
La risurrezione comincia quando, ubbidendo a quel comando, decidiamo di uscire alla luce, alla vita.
Quando permettiamo al nostro essere più autentico - finora confinato nel sepolcro delle nostre paure - di uscir fuori allo scoperto.
Quando dalla nostra faccia cadono le maschere e ritroviamo il coraggio del nostro volto «originale».
E intollerabile, per Cristo, che noi fissiamo la nostra dimora in un sepolcro-prigione, prima ancora di aver assaporato il gusto della vita.
"Neppure il Cristo è d'accordo con il male, non accetta a occhi asciutti il sepolcro. Neppure lui si rassegna facilmente alle separazioni più brutali.
Da un Dio che ama in quella maniera « tanto umana », c'è da aspettarsi di tutto in favore dell'uomo."
Sì è spettacolare questo Dio che si fa carne. Sconvolge... chi se lo sarebbe mai aspettato? ...ed infatti in favore dell'uomo ha dato tutta la sua umanità, tutta la sua carne, ogni suo personale dolore, ogni sua personale delusione nei confronti dell'uomo che lo ha messo in croce!
"E intollerabile, per Cristo, che noi fissiamo la nostra dimora in un sepolcro-prigione, prima ancora di aver assaporato il gusto della vita."
Anche questa frase mi ha colpito molto. Quant è importante assaporare il gusto della vita!
Grazie Salva! :)
ciao, grazie per questo blog, luce nel deserto; il deserto delle nostre morti, risorgerà in acqua di vita che zampilla per l'eternità.
Gesù è venuto storicamente 2000 anni fa, ma ancora oggi, accogliendo Lui e la sua Parola, viene a salvare noi. E in momenti di grazia, come quello dal quale esco, davvero sembra di risorgere e da un momento all'altro ti accorgi che la vita ha un altro sapore: quello dell'eterno. "questa è la vita eterna, che conoscano te"!
@Lorenzo
Ciao Lore!
E' proprio così: chi veramente ama e assapora la vita non può non innamorarsi del Cristo, e viceversa: chi lo ha incontrato, diventa un folle amante della vita!
Un abbraccio
@Zaccheo
Grazie del tuo commento e della tua testimonianza!
Prego perchè tu abbia una sempre più forte intimità con il Signore.
Gesù è qui, vivo e vero, discreto potente come 2000anni fa!