Questo è « il giorno » per eccellenza.
Il giorno che ha fatto il Signore.
Gli altri giorni li abbiamo fatti noi. Sono opera nostra. I giorni del tradimento, dell'abbandono, della fuga, del rinnegamento, dell'odio, della vigliaccheria, del peccato, li abbiamo inventati noi. Fanno parte del nostro « vecchio » calendario.
Oggi, invece, è il giorno creato dal Signore.
E il primo mattino del mondo.
E un giorno « nuovo ».
E il giorno che inaugura un mondo nuovo.
E il primo giorno della nuova creazione.
Noi abbiamo inventato le tenebre. Lui ci offre la luce.
Noi abbiamo accumulato sozzure. Lui ci inonda di acqua purificatrice.
Noi abbiamo cercato la morte, lavoriamo per la morte. Lui ci regala la vita.
Noi ci siamo specializzati nel combinare guai, nel rovinare ogni cosa. Lui ha provveduto a « rifare », a proprie spese, tutto da capo.
Noi abbiamo fabbricato l'odio. Lui ha risposto con l'ostinazione dell'amore e del perdono.
Noi abbiamo scelto il peccato. Lui ha reagito con la miserizordia.
Noi l'abbiamo condannato. Lui ci ha « graziati ».
Questo è il giorno del « passaggio ».
Passaggio dall'uomo vecchio all'uomo nuovo.
Traslochiamo dal mondo vecchio a un mondo nuovo.
« Cristo, nostra Pasqua... » (1 Cor 5, 7).
Pasqua viene tradotta abitualmente con « passaggio ».
Ora, Cristo è il nostro « passaggio ».
In Lui passiamo da uno stato di separazione a un rapporto di comunione. Da una situazione di morte alla vita.
La pietra tombale è quella che ci murava nel nostro mondo vecchio, fatiscente, inabitabile. Lo stesso mondo decrepito, soffocante, in cui siamo rimasti imprigionati.
Cristo ha scaraventato lontano quel masso.
E noi siamo usciti con Lui fuori dalla prigione.
Lui ci ha fatti passare nel mondo nuovo della libertà. Ci ha fatto sgomberare dal « paese della schiavitù », per introdurci nella Terra Promessa.
Ci ha strappato alla nostra miserabile contabilità per spintonarci nel mondo della gratuità.
Attraverso questo « passaggio » siamo usciti dalla cella oscura, e a stento gli occhi riescono a sopportare la luce che ci viene incontro quando ci affacciamo fuori.
Cristo, oggi, ci offre il « suo » giorno.
Ci consegna un mondo nuovo.
E l'unica raccomandazione è quella di non tornare indietro. Neppure per recuperare le nostre povere carabattole.
Dobbiamo tagliare i ponti col vecchio, con l'odio, con le divisioni.
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