Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che ti sono mandati! Quante volte ho voluto a raccogliere i tuoi figli come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali, ma voi non avete voluto! (Lc 13,34).
Tu, tu sei Gerusalemme, la città santa che Dio ha disegnato sulle palme delle sue mani (cf. Is 43,16)! La città amata e benedetta, la città visitata dalla sua Presenza.
Quanto ha fatto stupire i cieli quanto Dio ha fatto per te!
Montagne superbe e spazi sconfinati dell'universo, stelle splendenti e profondità degli abissi hanno visto il loro Creatore e Signore farsi piccolo per te! E sono arrossite, quasi vergognandosene, senza capire cosa stava succedendo.
Lo hanno visto scendere, nascondere davanti a te la Sua gloria e darti una dignità che a loro non è toccata: tu sei in piedi, libera di fronte al Signore dell'universo.
Libera! Per te il Creatore si è fatto da parte, ha ritirato la sua signoria e ha accettato il rischio più grande: conquistare il tuo libero amore, o patire il tuo sprezzante rifiuto, chiuderti nella tua indipendenza e indifferenza.
Quante volte Gerusalemme! Quante volte sono venuto a te nei miei profeti, nei miei messaggeri!
Incontri, persone, parole e segrete ispirazioni, dubbi del cuore o consolazioni inaspettate!
Quante volte sono venuto!
Non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata.
Non hai accolto Colui che ti visitava, umile, chiedendo il tuo amore.
Venivo a raccogliere la tua esistenza dispersa, i frammenti del tuo tempo che giacciono a terra slegati e senza senso nè gioia. Venivo a indicarti una strada nuova, totalmente nuova.
E tu non hai voluto. E ancora non vuoi.
Ma ancora vengo. E mi consegno a te. A te che ho fatto più potente di stelle, mare, montagne e universo. Queste realtà non possono non ubbidirmi.
Tu puoi dirmi sì o no se vuoi.
Vengo a te con l'ardore della mia gelosia e la mitezza del mio cuore.
Desidero essere con te, attirarti nel fuoco dell'amore.
E sono disposto ancora a ricevere un altro tuo rifiuto.
Ma ti prego, mostrami il tuo viso (cf. Ct 2,14), chi altri potrebbe accendere di luce i tuoi occhi?
Non lasciare che essi si spengano per sempre fissandosi su ciò che è inutile e vano!
Tu, tu sei Gerusalemme, la città santa che Dio ha disegnato sulle palme delle sue mani (cf. Is 43,16)! La città amata e benedetta, la città visitata dalla sua Presenza.
Quanto ha fatto stupire i cieli quanto Dio ha fatto per te!
Montagne superbe e spazi sconfinati dell'universo, stelle splendenti e profondità degli abissi hanno visto il loro Creatore e Signore farsi piccolo per te! E sono arrossite, quasi vergognandosene, senza capire cosa stava succedendo.
Lo hanno visto scendere, nascondere davanti a te la Sua gloria e darti una dignità che a loro non è toccata: tu sei in piedi, libera di fronte al Signore dell'universo.
Libera! Per te il Creatore si è fatto da parte, ha ritirato la sua signoria e ha accettato il rischio più grande: conquistare il tuo libero amore, o patire il tuo sprezzante rifiuto, chiuderti nella tua indipendenza e indifferenza.
Quante volte Gerusalemme! Quante volte sono venuto a te nei miei profeti, nei miei messaggeri!
Incontri, persone, parole e segrete ispirazioni, dubbi del cuore o consolazioni inaspettate!
Quante volte sono venuto!
Non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata.
Non hai accolto Colui che ti visitava, umile, chiedendo il tuo amore.
Venivo a raccogliere la tua esistenza dispersa, i frammenti del tuo tempo che giacciono a terra slegati e senza senso nè gioia. Venivo a indicarti una strada nuova, totalmente nuova.
E tu non hai voluto. E ancora non vuoi.
Ma ancora vengo. E mi consegno a te. A te che ho fatto più potente di stelle, mare, montagne e universo. Queste realtà non possono non ubbidirmi.
Tu puoi dirmi sì o no se vuoi.
Vengo a te con l'ardore della mia gelosia e la mitezza del mio cuore.
Desidero essere con te, attirarti nel fuoco dell'amore.
E sono disposto ancora a ricevere un altro tuo rifiuto.
Ma ti prego, mostrami il tuo viso (cf. Ct 2,14), chi altri potrebbe accendere di luce i tuoi occhi?
Non lasciare che essi si spengano per sempre fissandosi su ciò che è inutile e vano!
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