Reciprocità e integrazione

domenica 24 maggio 2009 alle 10:45





Oggi la Chiesa celebra il mistero dell'Ascensione in cielo del Signore. E in questo sguardo rivolto verso l'alto, in cui umano e divino si uniscono per sempre, siamo chiamati a guardare con occhi nuovi verso la terra, per imparare a vivere già adesso in questo mistero di comunione, di reciprocità umana e divina, maschile e femminile. E.. non so perchè, mi tornano alla mente queste parole di un noto monaco tedesco....




Secondo Jung, per maturare dobbiamo integrare in noi anima e animus. L'essere umano - afferma Jung - ha in sè un'anima e un animus, che sono le forze femminili e maschili del nostro intimo.
L'animus è eneregia, intelligenza, volontà, ideali, creatività, ma in senso negativo è anche ottusità e tirannia. L'anima è maternità, tenerezza, sentimento, capacità di relazione, crescita, protezione e cura. In senso negativo l'anima denota ciò che tende a possedere, a far proprio, è caratterizzata dalle figure dell'amazzone o dell'intrigante.

Normalmente, nella prima metà della vita, il maschio proietta la sua anima sulla donna, e la donna proietta il suo animus su maschio. In seguito però, nella seconda metà della vita, arriva il momento di ritirare queste proiezioni e di integrare in se stessi anima e animus. Soltanto così l'uomo si trasforma in un uomo completo e la donna in una donna completa.

Se l'uomo non integra la sua anima, questa si manifesta nella volubilità o anche nella dipendenza dall'alcool. Se una donna non integra il suo animus, questo si esprime nella prepotenza: questa donna deve sempre avere l'ultima parola.

Se l'uomo ha integrato la sua anima, non ha più bisogno di svalutare la donna. La stima e prende ispirazione da lei. D'altro canto la donna che ha sviluppato il suo animus non combatterà più l'uomo, ma si lascerà fecondare da lui.

Anche nel cammino spirituale abbiamo bisogno di integrare anima e animus.

Se la religione ha una unilaterale impronta femminile, i maschi se ne allontanano. Gli uomini hanno bisogno anche degli aspetti maschili della religione, come l'ascesi, l'estasi, la chiarezza, il silenzio. Spesso le donne trovano troppo maschile il linguaggio della liturgia. Desiderano incontrare anche immagini femminili di Dio.

Se le donne continuano a imbattersi in immagini maschili di Dio ed esaltano la loro sensibilità, se gli uomini ribadiscono il loro potere nella Chiesa e svalutano le donne, non abbiamo un segno di maturità, ma un'immatura lotta tra i sessi che è da ricondurre alla mancata integrazione di anima e animus. Nel monachesimo delle origini c'erano monaci e monache che si stimavano reciprocamente. Gli uni e le altre erano affascinati dal cammino spirituale e in questo cammino combattevano per raggiungere la sapienza e la trasparenza per Dio.

Anselm Grün




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