Questo è il giorno che ha fatto il Signore!

domenica 23 marzo 2008 alle 15:09

Questo è « il giorno » per eccellenza.

Il giorno che ha fatto il Signore.

Gli altri giorni li abbiamo fatti noi. Sono opera nostra. I giorni del tradimento, dell'abbandono, della fuga, del rinne­gamento, dell'odio, della vigliaccheria, del peccato, li abbiamo in­ventati noi. Fanno parte del nostro « vecchio » calendario.

Oggi, invece, è il giorno creato dal Signore.

E il primo mattino del mondo.

E un giorno « nuovo ».

E il giorno che inaugura un mondo nuovo.

E il primo giorno della nuova creazione.

Noi abbiamo inventato le tenebre. Lui ci offre la luce.

Noi abbiamo accumulato sozzure. Lui ci inonda di acqua pu­rificatrice.

Noi abbiamo cercato la morte, lavoriamo per la morte. Lui ci regala la vita.

Noi ci siamo specializzati nel combinare guai, nel rovinare ogni cosa. Lui ha provveduto a « rifare », a proprie spese, tutto da capo.

Noi abbiamo fabbricato l'odio. Lui ha risposto con l'ostinazio­ne dell'amore e del perdono.

Noi abbiamo scelto il peccato. Lui ha reagito con la miseri­zordia.

Noi l'abbiamo condannato. Lui ci ha « graziati ».

Questo è il giorno del « passaggio ».

Passaggio dall'uomo vecchio all'uomo nuovo.

Traslochiamo dal mondo vecchio a un mondo nuovo.

« Cristo, nostra Pasqua... » (1 Cor 5, 7).

Pasqua viene tradotta abitualmente con « passaggio ».

Ora, Cristo è il nostro « passaggio ».

In Lui passiamo da uno stato di separazione a un rapporto di comunione. Da una situazione di morte alla vita.

La pietra tombale è quella che ci murava nel nostro mondo vecchio, fatiscente, inabitabile. Lo stesso mondo decrepito, soffo­cante, in cui siamo rimasti imprigionati.

Cristo ha scaraventato lontano quel masso.

E noi siamo usciti con Lui fuori dalla prigione.

Lui ci ha fatti passare nel mondo nuovo della libertà. Ci ha fatto sgomberare dal « paese della schiavitù », per intro­durci nella Terra Promessa.

Ci ha strappato alla nostra miserabile contabilità per spinto­narci nel mondo della gratuità.

Attraverso questo « passaggio » siamo usciti dalla cella oscura, e a stento gli occhi riescono a sopportare la luce che ci viene in­contro quando ci affacciamo fuori.

Cristo, oggi, ci offre il « suo » giorno.

Ci consegna un mondo nuovo.

E l'unica raccomandazione è quella di non tornare indietro. Neppure per recuperare le nostre povere carabattole.

Dobbiamo tagliare i ponti col vecchio, con l'odio, con le di­visioni.

(A. Pronzato)

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