di Anselm Grün
[...] il male non può essere sconfitto con un po' di buona volontà, in quanto esso si presenta come un demone raffinato e dotato di tecniche sofisticate. Se l'uomo si apre alla propria realtà, allora sperimenta la propria condizione di pericolo di fronte alla profondità abissale e all'impenetrabilità del male. Questa esperienza esprimono i monaci, quando attribuiscono ai demoni la minaccia del male. In tutto ciò decisivo non è tanto il concetto, quanto il fenomeno, che il concetto o meglio l'immagine del demone vogliono significare. Scopo della demonologia è, in ultima istanza, indicare il modo di affrontare in modo corretto ed efficace il male, perciò è più importante conoscere le tecniche dei demoni che conoscerne l'essenza.
I demoni combattono con gli uomini in modi diversi e ciascuno di questi modi dipende dalla condizione del singolo:
Con gli uomini di mondo i demoni combattono più per mezzo delle cose, mentre con i monaci la lotta si svolge prevalentemente facendo leva sui pensieri. A causa della solitudine, infatti, i monaci sentono certamente la mancanza delle cose, ma come è più facile peccare nei pensieri che nelle opere, così la lotta contro i pensieri è più difficile di quella contro le cose, perché l'intelletto è facile da mettere in moto e difficile da tenere a freno quando si tratta di fantasie proibite.
Evagrio descrive due tecniche fondamentalmente differenti: la lotta che si svolge per mezzo delle cose e delle situazioni reali e la lotta che si svolge mediante i pensieri e le immagini di fantasia. Atanasio così descrive la forma che prende la lotta mediante le cose: un giorno Antonio si mette in cammino verso il deserto, ma i demoni lo vogliono ostacolare e pongono sulla sua strada una gran quantità d'argento. Antonio riconosce l'argento come tentazione e trucco del nemico malvagio, lo maledice e quindi l'argento scompare. Poco dopo Antonio vede sul suo cammino dell'oro: ora non si tratta più di un'immagine ingannatrice, ma di oro vero. Antonio, tuttavia, non si lascia distogliere dal suo proposito, si allontana «come se fosse fuoco» e comincia a correre, per sottrarsi alla tentazione.
Le cose esteriori possono costituire una tentazione per l'uomo: con il denaro il "demone dell'avarizia" tenta l'uomo, anche se il denaro di per sé non è un male; i sentimenti che il denaro provoca nell'uomo, invece, possono essere suggeriti dal demone dell'avarizia. In modo simile accade anche con altre cose. Un incidente, ad esempio se si rompe un attrezzo, è un fatto assolutamente normale, ma la reazione successiva può essere provocata da un demone. Se si reagisce in modo irato, per i monaci è il "demone dell'ira" che ci assale di soppiatto. Se si inciampa in un un ostacolo, l'ostacolo potrebbe essere stato messo sul mio cammino da un demone per mettermi di cattivo umore o per tenermi lontano dal realizzare un certo progetto. Le cose non sono diaboliche in sé, ma possono provocare in me delle reazioni, che minano il mio equilibrio e mi spingono a pensare e agire in una certa direzione. Il modo in cui il demone può influenzare il comportamento dell'uomo mediante le cose esteriori viene raccontato in un apoftegma (detto):
Il padre del deserto Niceta racconta di due confratelli che decidono di condurre una vita in comune. L'uno si propone: «Se il mio confratello desidera qualcosa, allora la farò». Simile è anche il proposito dell'altro: «Farò la volontà del mio confratello». E così vivono molti anni in grande armonia. Quando il Nemico vede che cosa succede fra di loro, si mette in moto per separarli. Piazzatosi davanti alla loro porta, si mostra all'uno in forma di colomba, all'altro in forma di cornacchia. Allora l'uno dice: «Guarda, una colomba». E l'altro ribatte: «Ma se è una cornacchia!». E con grande gioia del Nemico cominciano a litigare, contraddicendosi l'uno con l'altro, si alzano, si mettono a lottare fino a sanguinare e finiscono per separarsi. Dopo tre giorni ritornano in sé e si gettano l'uno ai piedi dell'altro e ciascuno ammette di aver visto un uccello. Riconoscono la mano del diavolo e rimangono insieme fino alla fine della loro vita?.
Gesù dona a noi la Sua Pace...ma assieme dona anche la Sua Guerra. E la guerra è sempre faticosa...