Tralascio questa volta il commento alle letture della domenica, e prima di partire vi lascio una simpatica storia sul discernimento, un tema che ritorna spesso nei miei pensieri... e preghiere.
Lo collego ancora al titolo del libro di S. Fausti che mi pare di avere già segnalato su questo blog: "Occasione o tentazione?"
Se non si impara da soli, è la vita stessa con i suoi imprevisti, soprese, illusioni e delusioni, gioie e amarezze impreviste che pone innanzi alle nostre scelte questa domanda: occasione o tentazione? Ciò che ho davanti è una opportunità da cogliere o un mortale tranello? O ancora detto in altre parole: è un dono di Dio, una grazia o una insidia mortale del Nemico?
Non ho imparato forse molto sul discernimento, ma ora risuona molto più spesso dentro di me - grazie a quanto Gesù Maestro ha fatto per me - questa domanda: occasione o tentazione? Già porsela credo sia una gran cosa. Con troppa facilità andiamo dietro alla prima idea o sensazione piacevole, al primo incontro luminoso, o al contrario, ci spaventiamo e ci impressioniamo davanti alla prima difficoltà o imprevisto, lasciandoci a volte abbattere fuori misura e scansando o giudicando negativamente e troppo affrettatamente persone di cui conosciamo solo l'apparenza.
Con quanta facilità si sbaglia! tra chi non crede (ma non solo) si usano spesso parole come fortuna o sfortuna (e sinonimi vari...), nei nostri ambienti è più facile sentire dire: è proprio un segno! E' un dono grande aver incontrato quella persona! é una grazia o una disgrazia che le cose si siano messe in questo modo... Oppure: ma perché mi vanno tutte storte? ecc... ecc..
Il discernimento è un arte che si impara con tanta preghiera, riflessione, e spesso una buona dose di dolore. Ma è necessario. Non basta essere liberi di scegliere..il che sarebbe già tanto... occorre anche scegliere bene. Muovere i nostri passi là dove è la nostra vera gioia... vera, sì.. perchè di "gioie" in giro se ne possono cogliere anche tante... di vere solo Una.
Ma vi lascio alla storiella (che forse è po' troppo cinica.. ma qualche spunto lo dà lo stesso) e vi dò l'arrivederci a Settembre o giù di lì. Un carissimo saluto a tutti, amici e lettrici e lettori vicini e lontani!
Il blog(ger) si prende un po' di vacanza...
Ci si risente a Settembre!
Un povero cinese suscitava la gelosia dei più ricchi del paese perché possedeva uno straordinario cavallo bianco. Ogni volta che gli offrivano una fortuna per acquistare l'animale, il vecchietto rispondeva: "Questo cavallo è molto più di un animale per me, è un amico, non posso venderlo".
Un giorno, il cavallo sparì. I vicini radunati davanti alla stalla vuota, diedero il loro parere: "Povero idiota, dovevi prevedere che ti avrebbero rubato quella bestia. Perché non l'hai venduta? Che sfortuna!".
Il contadino si mostrò più circospetto: "Non esageriamo", disse. "Diciamo che il cavallo non si trova più nella stalla. E' un dato di fatto. Tutto il resto è solo una vostra valutazione. Come faccio a sapere se è una fortuna o una sfortuna? Noi conosciamo solo un frammento della storia. Chi può sapere cosa succederà?".
La gente prese in giro il vecchio. Da molto tempo lo consideravano un sempliciotto. Quindici giorni dopo, il cavallo bianco tornò. Non l'avevano rubato, era semplicemente scappato in campagna e di ritorno dalla fuga aveva portato con sé una dozzina di cavalli selvaggi.
I paesani si assembrarono di nuovo: "Avevi ragione, non era una sfortuna, ma una benedizione".
I paesani si allontanarono, convinti che il vecchio sragionasse. Ricevere dodici bei cavalli era inevitabilmente un dono del Cielo. Chi poteva negarlo?
Il figlio del contadini iniziò a domare i cavalli selvaggi. Uno di questi lo gettò a terra e lo calpestò. I paesani vennero ancora a dare il loro parere: "Povero amico! Avevi ragione, questi cavalli selvaggi non ti hanno portato fortuna. Adesso il tuo unico figlio è storpio. Chi ti aiuterà dunque nella vecchiaia? Sei davvero da compatire".
"Vedremo", ribatté il contadino, "non precipitiamo le cose. Mio figlio ha perso l'uso delle gambe, tutto qui. Chi può dire cosa ci riserverà questo? La vita si presenta a pezzettini, nessuno può predire il futuro".
Qualche tempo dopo, scoppiò la guerra e tutti i giovani del villaggio furono arruolati nell'esercito, tranne l'invalido. "Vecchio", si lamentarono i paesani, "avevi ragione, tuo figlio non può camminare ma resta con te, mentre invece i nostri figli vanno a farsi ammazzare".
"Vi prego", rispose il contadino, "non giudicate così in fretta. I vostri giovani sono stati arruolati nell'esercito, il mio resta a casa, è tutto quello che possiamo dire. Dio solo sa se è un bene o un male".
Mmmhh... penso di sapere dove hai trovato quella storiellina... sono contento che l'hai pubblicata, è davvero carina e soprattutto per me è molto, molto veritiera.
Un salutone affettuoso! :D