Restyling in corso!

venerdì 23 gennaio 2009 alle 12:39

A tutti gli amici che in queste settimane sono passati o ripassati da qui... inutilmente...

Pur essendo sommerso da impegni vari, grazie al carissimo Lorenzo
è in corso un certo restyling del sito!

Entro breve spero di poter ripostare qualcosa...

nel frattempo vi lascio questo pensiero di cui non posso citare la fonte, perchè ne ho perse le tracce...


La preghiera, come la musica, è invisibile e inafferrabile: la possiamo si leggere su un libro o su un pezzo di carta ma, come le note su un pentagramma, per renderla viva per essere veramente quello che dice il suo nome deve essere suonata, parlata con le labbra e col cuore dell’uomo. Ecco perché la preghiera, prima di ogni altra cosa, è dono prezioso di Dio all’uomo: perché è l’arte spirituale che, meglio di ogni altra, ci avvicina a Dio e ci mette in sintonia con Lui.
La preghiera allora è una pratica assolutamente straordinaria, perché con essa di avviciniamo a Dio e Dio a noi. Egli accetta di ascoltarci, di lasciarci parlare. Dio lo sapeva. L’uomo non può bastare a se stesso. Egli è fatto per fiorire in un’apertura all’Altro e, nell’Altro, ai fratelli in una comunione di carità. Per questo, uno degli inviti pressanti di Gesù è "Domandate e vi sarà dato" (Mt 7, 7).

Più di una volta Egli ritorna su questo tema, perché vuole aiutarci. È attento ai nostri bisogni per supplire alle nostre carenze. Aspetta che contiamo su di Lui, che abbiamo bisogno di Lui.
Egli è un Dio di bontà che desidera dialogare con gli uomini, con loro intrattenersi e raccogliere le loro confidenze. Dio accetta così di mettersi alla portata dell’uomo. Per mezzo del suo Figlio, Egli si pone umilmente in mezzo a noi. Egli fa qualcosa di più che ascoltare. Ci prende da parte, con la sollecitudine di un Padre. Dunque, la preghiera autentica non è un semplice atto umano; ma una comunione d’amore di Dio con la sua creatura. Dio è sempre e in ogni tempo disposto a riceverci e non cessa di invitarci a venire a Lui. "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati ed oppressi, e io vi ristorerò" (Mt 11, 28); "Colui che viene a me, non lo respingerò” (Gv 6, 37). Perché Dio si rallegra di averci accanto a sé; e, se è possibile, in modo permanente.
 













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